giovedì 4 dicembre 2014

Mafia all'ombra del Campidoglio: intercettazione Buzzi: "gli immigrati rendono più della droga". Ma il Re di Roma (Carminati) tace davanti ai giudici




Ecco l'ultimo aggiornamento dell'Ansa sulla bufera giudiziaria che ha travolto la politica romana.

Per aggiornamenti https://www.ansa.it/lazio/notizie/2014/12/02/mafia-e-politica-a-roma-il-braccio-destro-di-carminati-in-intercettazioni-gli-immigrati-rendono-piu-della-droga_ea97d171-38e4-4638-bc8f-943738386003.html



Il day after dello tsunami giudiziario che ha sconvolto i palazzi della politica all'ombra del Campidoglio ha viaggiato su due direttrici: i primi interrogatori di garanzia e l'accelerazione dell'indagine che ora punta a verificare il livello di infiltrazione dell'organizzazione capeggiata da Massimo Carminati anche negli uffici della Regione Lazio. Sono decine i nomi nel mirino dei pm, nomi di dirigenti di enti pubblici, politici, imprenditori. E si scava nella mole di carte sequestrate ieri nel corso delle perquisizioni. Intanto il "Re di Roma" Massimo Carminati tace: ha deciso di non rispondere alle domande dei magistrati.
L'ex Nar, da ieri a Regina Coeli perché ritenuto capo di un ramificato clan mafioso della Capitale, ha deciso di fare scena muta davanti al gip Flavia Costantini. Non così Franco Panzironi, altra figura chiave della maxi inchiesta perché ritenuto l'anello di congiunzione tra il mondo politico e quello "di mezzo", quello del clan, fatto di illeciti e corruzione. Panzironi, ex ad di Ama, ha respinto le accuse fornendo una versione dei fatti ritenuta dagli inquirenti per niente convincente. "Non sono mai stato a libro paga di nessuno", ha sostanzialmente detto Panzironi definendo come "un fatto normale" i finanziamenti sospetti, circa 40 mila euro, ricevuti dalla Fondazione Nuova Italia, il cui presidente è Gianni Alemanno. Ma nell'ordinanza i sodali di Carminati più di una volta si lamentano dei "soldi dati a Panzironi", fino a "15 mila euro al mese".
Nella prima tornata di interrogatori di garanzia quasi tutti hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Stessa scelta fatta da Luca Odevaine, ex capo gabinetto dell'ex sindaco Veltroni e già responsabile della polizia provinciale. La decisione degli indagati di non rispondere è strettamente legata alla volontà di capire, carte alla mano, lo stato dell'indagine. L'ordinanza ricostruisce, in sostanza, la storia politico-affaristica degli ultimi anni. Un'analisi approfondita della "Mafia Capitale" e dei suoi numerosi interessi illeciti. Il gruppo Carminati era particolarmente attento alle evoluzioni dello scenario politico dell'amministrazione capitolina. Pronto a cambiare "pelle" con i mutamenti della classe dirigente. Ma il sistema era complesso e ramificato e aveva puntato anche alla Regione Lazio. L'inchiesta ha in serbo nuovi colpi di scena.
Alemanno: se accuse vere tradita mia fiducia - "Non ho mai conosciuto Massimo Carminati". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel corso del programma Porta a Porta. Se le accuse emerse dall'inchiesta si dimostreranno vere significherà che "i miei collaboratori hanno tradito la mia fiducia". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando l'inchiesta sulla mafia a Roma nel corso della registrazione del programma Porta a Porta. "Io - ha aggiunto Alemanno - quando sono uscite le prime notizie ho chiesto a Antonio Lucarelli, Riccardo Mancini e Franco Panzironi se avevano contatti con questi criminali e mi hanno risposto 'assolutamente no'"."Io - ha sottolineato Alemanno - ho una storia di lotta contro la criminalità organizzata e la mafia. Ho chiesto più volte al Prefetto, al Questore se c'era un problema di criminalità organizzata a Roma e mi hanno detto di no. E anche alla Procura, prima di Pignatone, mi hanno detto che non c'era questo problema. Quando è arrivato Pignatone mi ha detto invece di non saperlo". "Stento a credere - ha proseguito l'ex sindaco di Roma - che Franco Panzironi fosse a libro paga di criminali e comunque non accetto che i cinque anni della mia amministrazione vengano identificati con questi problemi". Alemanno ha poi riferito di essere "rimasto scosso dalle intercettazioni. Io ho dato fiducia a queste persone, se hanno tradito la mia fiducia io me ne faccio carico politicamente".
LE INTERCETTAZIONI - Un'arma "per annà a minaccià la gente, quando mi sento aggressivo e dice anvedi questo è matto...". CosìMassimo Carminati (PROFILO) in un'intercettazione presente nell' ordinanza di custodia, firmata dal gip di Roma, si esprime in merito all'utilizzo di una pistola per minacciare chi non voleva sottostare al volere del clan. Le indagini hanno accertato che sia l'ex Nar che il suo braccio destro Riccardo Brugia "detenevano delle armi acquisite illegalmente". Un arsenale in cui Carminati voleva che fossero presenti anche due "Makarov 9 con silenziatore", in modo da ridurre "al minimo il rischio di individuazione in caso di utilizzo, grazie alla silenziosità: "non senti neanche il clack"". Carminati, in una intercettazione, racconta di "aver già speso 25 mila euro" per 4 "silenziatori" e 3 "MP5" (pistola mitragliatrice automatica)". Dal canto suo Brugia spiega che è necessario munirsi anche di giubbotti antiproiettile in Kevlar: "ma dei giubbotti da noi... appizzati ce li dovemo avè...eh! [&hellip] anche perché c'ho sempre avuto la fissa del coso, del povero Danilo", con ovvio riferimento ad Danilo Abbruciati, esponente della Banda della Magliana morto in un conflitto a fuoco scaturito nel 1982". E sul punto Carminati chiosa: "se c'hai quello ti salvi".
"Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno". Salvatore Buzzi, braccio destro e sodale di Massimo Carminati nella cupola affaristica che ha avvelenato Roma, intercettato svela qual è il suo business principale. Lui, signore delle coop, lo dice chiaramente in un'intercettazione allegata nelle circa 1200 pagine dell'ordinanza che ieri ha svelato la 'cupola' di affari e politica e portato in carcere 37 persone e che vede tra gli indagati anche l'ex sindaco Gianni Alemanno.
L'affare dei centri di accoglienza per rifugiati e immigrati è, secondo la Procura di Roma, garantito dall'ex vicecapo di gabinetto all'epoca del'amministrazione Veltroni, Luca Odevaine, descritto nell'ordinanza come "un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell'emergenza immigrati".
Ed eccolo l'altro business della cupola nera. "Noi quest'anno abbiamo chiuso... con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi e gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sull'emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero", dice Buzzi al telefono con un altro indagato. Secondo l'ordinanza Buzzi ha gestito tramite di una rete di cooperative "le attività economiche della associazione nei settori della raccolta e smaltimento dei rifiuti, della accoglienza dei profughi e rifugiati, della manutenzione del verde pubblico e negli altri settori oggetto delle gare pubbliche aggiudicate anche con metodo corruttivo".
Buzzi tentava l'aggancio con Marino - "E mo vedemo Marino, poi ce pijiamo 'e misure con Marino", dice in un'intercettazione Salvatore Buzzi. E' il 2013, il chirurgo Pd è diventato sindaco di Roma e 'Mafia Capitale' ha il problema di insinuarsi nella nuova amministrazione. Perchè "se vinceva Alemanno ce l'avevamo tutti comprati", sostiene Buzzi, che però conta di avere buone carte anche nel Pd. "C'avemo Ozzimo - dice - (Daniele, poi nominato assessore alla Casa indagato e ieri dimessosi, ndr)" e altri tre nomi che non sono tra i 40 indagati resi noti ieri. E ancora "me so' comprato Coratti (Presidente Pd dell'Assemblea capitolina indagato e ieri dimessosi, ndr) - dice Buzzi -, lui sta con me, gioca con me ormai". Altro "cavallo" della "scuderia" di Carminati è Luca Odevaine, ex vice capo gabinetto di Walter Veltroni e ora membro del Tavolo nazionale sui richiedenti asilo, il business immigrazione delle coop di Buzzi. Il quale afferma di dargli cinquemila euro al mese. Ma avvicinare Marino non è facile. Il capo Carminati in un'intercettazione dice: "Loro stanno facendo un'operazione direttamente con Zingaretti per sistemarsi Berti (Giuseppe, avvocato nominato da Gianni Alemanno nel Cda di Ama, indagato, ndr) questi qua, pe sistemasse... perché de Zingaretti se fidano de Marino non se fida nessuno". Mafia Capitale riuscirà però - secondo l'inchiesta - a piazzare Italo Walter Politano alla guida della Direzione Trasparenza, di fatto il capo dell'anticorruzione del Campidoglio. Politano oggi è stato rimosso.
Il libro mastro del clan affidato ad una donna - Il clan mafioso di Massimo Carminati era in possesso anche di un libro mastro che conteneva "una vera partita doppia del dare e avere illecito dei destinatari delle tangenti". Il dato emerge dall'ordinanza di custodia firmato dal gip di Roma Flaminia Costantini. La contabilità era stata affidata ad una donna, Nadia Cerrito, finita ieri in carcere. Nel libro sono riportati anche "i costi illegali sostenuti - scrive il gip - dall'organizzazione per il raggiungimento del suo scopo nel settore economico-istituzionale". Contiene l'indicazione "dei soggetti cui vengono veicolati i profitti, come Carminati, o come Fabrizio Franco Testa, testa di ponte di Mafia Capitale verso la politica e la pubblica amministrazione". 
Carminati sapeva di indagine"mostruosa". Lamenta: non è più come una voltaCarminati era a conoscenza di una indagine a suo carico che definiva "mostruosa". Il dato emerge dall'ordinanza di custodia firmata dal gip Flaminia Costantini. L'ex Nar nel corso del colloquio sbotta e afferma: ''ce stanno a comincià a dimostrà che stanno a fà carte false per qua per inculà... la gente eh...se vonno inculà... non è più come una volta".
Le indagini - Non solo il Campidoglio, gli enti pubblici e le aziende municipalizzate, ma anche la Regione Lazio. Gli accertamenti della procura di Roma sulla cupola mafiosa sgominata nella capitale puntano ora anche sul livello di infiltrazione dell'organizzazione capeggiata da Massimo Carminati nei palazzi di via della Pisana e di via Cristoforo Colombo. Le indagini, secondo quanto si apprende, prendono esame sia l'attuale amministrazione, sia quella precedente.
Alemanno: mi autosospendo da incarichi in Fdi - "Cara Giorgia, ti comunico la mia irrevocabile decisione di autosospendermi da tutti gli organi del Partito, fino a quando la mia posizione non sarà pienamente e positivamente chiarita". Lo scrive Gianni Alemanno in una lettera inviata al Presidente di Fdi Giorgia Meloni. "In questo momento il mio impegno principale non può non essere quello di capire realmente la portata di questa inchiesta e di dimostrare in maniera chiara e puntuale, in tutte le sedi, la mia estraneità agli addebiti che mi vengono mossi". "Nello stesso tempo - scrive ancora - mi rendo conto della necessità di evitare facili strumentalizzazioni che potrebbero usare queste vicende per attaccare l'immagine di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, che evidentemente nulla c'entra con tutto ciò".
Marino: ho sbarrato porta ad inciuci. Cambieremo città  - "L'ho detto e lo ripeto. Abbiamo sbarrato la porta agli interessi, agli inciuci, ai rapporti poco chiari. Il nostro obiettivo resta uno e uno soltanto: cambiare questa città solo per i romani e le romane". Così il sindaco di Roma Ignazio Marino commentando su Facebook l'indagine della Procura di Roma sulla 'Mafia Capitale'.

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